L’U-455 giace sul fondo del Golfo di Genova, più precisamente al largo di Camogli, ad una profondità compresa fra gli 88 e i 125m. Il relitto, originariamente lungo 67m e con un dislocamento in immersione di 870 tonnellate, è spezzato in due tronconi.
La parte anteriore del sommergibile, lunga indicativamente 45 metri, risulta intatta dalla prua fino a circa la metà del ponte poppiero, nel punto che corrisponde indicativamente alla sala macchine dove erano alloggiati i motori diesel. Questa parte del relitto giace con prua rivolta verso l’alto (a quota -88 m), verosimilmente per via dell’aria ancora contenuta nei compartimenti di prua (zona alloggi sottufficiali e camera siluri). La zona a poppavia della sala macchine risulta sprofondata nel fondale e non si riesce a vedere la zona della frattura dello scafo.
Il palco a poppavia della torretta e che ospitava le due mitragliatrici antiaeree calibro 20 mm fa pensare che l’U-455 fosse stato riparato a St. Nazaire dopo i danni riportati nel corso dell’ottava crociera nell’Oceano Atlantico.
E’ rivelatrice infatti la presenza dei due affusti per le armi contraeree a poppa della torre tipici delle unità costruite a partire dal 1942, al contrario del singolo affusto per ogni palco che era il segnale distintivo delle unità VIIC standard ordinate fino al 1941
Risulta inoltre assente l’affusto del cannone prodiero da 88 mm originariamente montato, modifica che interessò quasi tutti gli U-Boot assegnati alle flottiglie del Mediterraneo in quanto le distanze più ridotte di ingaggio resero superflui i cannoni da 88 mm, più utili invece nel teatro dell’Atlantico.




La parte posteriore del relitto, lunga circa 15 metri, risulta staccata dalla parte prodiera dello scafo che giace a circa 10 metri di distanza. La frattura dello scafo è avvenuta indicativamente all’altezza del locale che ospitava i quadri elettrici e i motori elettrici dell’U-455. Più a poppa era situato il compartimento che ospitava il tubo poppiero di lancio dei siluri e gli azionamenti del timone e dei piani di profondità. Questo troncone di scafo risulta conficcato nel fango e la zona poppiera con il suo singolo tubo lanciasiluri risulta puntare invece verso la superficie.
La torretta/falsa vela presenta il periscopio in posizione estesa, cosa che fa pensare che l’U-455 fosse a profondità periscopica al momento dell’incidente. Il portello sulla sommità della torretta è aperto, lasciando intravedere l’interno della falsa vela.
In fondo alla torretta è visibile il portello che separava la torre dal compartimento di manovra del sommergibile. Questo portello è socchiuso e fa pensare che l’incidente occorso all’U-455 sia stato così catastrofico da fare in modo che l’onda d’urto generata dall’esplosione abbia spalancato entrambi i portelli per la forza della stessa (i portelli sono progettati per resistere alla pressione dall’esterno verso l’interno e non il contrario. Inoltre l’esplosione di una mina, combinata alla pressione esterna contenuta vista la profondità di navigazione di circa 10 m, potrebbe aver fatto cedere i portelli, aprendoli).
Il relitto è pedagnato permettendo al gommone di attraccare in maniera sicura e ai subacquei di scendere direttamente sulla prua del relitto.
Vista la profondità e la difficoltà dell’immersione, si consiglia la visita di questo relitto solo a subacquei con brevetti ipossici e notevole esperienza.
